Popoli del mare: ipotesi sulla tomba di un principe Shekelesh


Una delle tombe etrusco-Italica più importante per il suo sontuoso corredo è la tomba Bernardini, fu scoperta casualmente nel 1876 e sebbene si siano perse notizie riguardo la sua ubicazione, si è conservata la descrizione della sepoltura.
Si tratta di un rilevante ritrovamento riferibile alle popolazioni storiche del Lazio , sia per l'epoca in cui avvenne, sia per il materiale ritrovato, oggi esposto nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia. Sappiamo che i siculi abitarono quel territorio e che erano rimasti degli insediamenti.
Il sepolcro di tipo a fossa, misurava 6 per 4 metri, ed era accompagnato da un'altra fossa più piccola, dove erano deposti gli oggetti personali del defunto. Proprio dalla tipologia dei questi si sa che era un uomo, mentre la loro qualità ne attesta l'elevata posizione sociale.
I ritrovamenti di Palestrina sono databili ad un periodo compreso tra il 680 e il 650 a.C. Tra questi si segnala una piastra in oro, un pettorale, animato da oltre un centinaio di figurine di animali. Oltre a questo ritrovamento, sono emersi preziosi vasellami, un kotyle d'oro, un piccolo calderone con dei serpenti, un rara coppa di vetro azzurro e un'iscrizione. Fin ora si è pensato ad un commercio orientalizzante fenicio. Dagli oggetti  del corredo ritrovati si evince che si tratta di un principe Shekelesh infatti nei popoli del mare, i tratti distintivi dei guerrieri Shekelesh (siculi) nell’iconografia sono i capelli raccolti al di sotto di un panno, fermato sul capo da un nastrino; non hanno armature, ma piuttosto caratteristiche tuniche o gonnellini; indossano un medaglione sul petto e hanno in dotazione due lance e uno scudo rotondo,e conoscevano l’arte di cavalcare il cavallo nelle battaglie che non era degli egizi, caratteristiche visibili nel
lebete in argento dorato.
Il corpo è decorato a sbalzo e a bulino, con fregi di guerrieri e oche, ornato da protomi a forma di serpenti
I lebeti servivano per il banchetto, sorretti da tripodi venivano usati per mescolare l’acqua ed il vino, per bollire le carni.
Sono esportati dall’oriente e realizzati oltre che in metalli nobili anche in bronzo e in ceramica.
Altra tomba principesca orientalizzante è quella di Cerveteri o Vulci, scavi Regolini-Galassi (1828-1837). Tra lo straordinario corredo funebre e numerosi oggetti in oro c'è anche una patera raffigurante la battaglia di Qadeš.
Fa parte del corredo un balsamario rodio raffigurante un’oca egizia datata al 580 a.C e conservata al museo Gregoriano Etrusco simile a quella ritrovata a Maletto (CT) ai confini della valle dell’Akesines.
Balsamario rodio raffigurante un'oca egizia, 580 a.C.

Balsamario ritrovato e conservato al Museo Civico Salvo Nibali  Maletto (CT)



https://www.britannica.com/topic/Sea-People, 20-03-2020

G. A. WAINWRIGHT, Some Sea Peoples, in The Journal of Egyptian Archaeology, vol. 47, Egypt Exploration Society, 1961, p. 71-90
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Etruschi/Palestrina.html, 20-03-2020

©Giuseppe Tizzone

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