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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Siculi: il culto di Adrano e il Cirneco

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ADRANO E IL CIRNECO DELL' ETNA, CANE DEGLI DEI Il cane, uno dei primi animali ad essere addomesticato, lo troviamo accanto all'uomo in Sicilia dall'età del mesolitico quando i nostri pre-genitori incominciarono a vivere di caccia. I nostri cacciatori li troviamo dipinti, da qualche artista, nelle grotte del Genovese di Levanzo un preistorico santuario dove è visibile un legame tra l'uomo e il cane. Il cirneco è un cane eccezionale per la caccia alla lepre oltre ad antilopi, daini ,ecc... un cane con le caratteristiche del cirneco dell'Etna non può che essere  espressione del territorio. Ritengo il Cirneco dell'Etna  una razza endemica della Sicilia, la tesi è sostenuta anche da una scuola di pensiero che ritiene l’origine di questa razza sia autoctona della Sicilia  portando a prova documentazioni e reperti che testimoniano la presenza del Cirneco dell’Etna , in una statuetta a forma di testa di cane rinvenuta a Stentinello, villaggio di età neolitica .

San Cremete da Castiglione

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Monastero Basiliano SS.Salvatore della Placa A Castiglione,  i  bizantini  che durante tre secoli e più avevano posseduto il territorio senza interruzione, avevano convertito la popolazione locale rafforzando la lingua greca con la religione. Nel periodo arabo i monaci basiliani arroccati nelle alture rocciose avevano conservato il ricordo della vecchia dominazione, gli arabi a loro volta avevano rivitalizzato l’economia. A Castiglione in quel periodo si trovavano cristiani siculi, greci, musulmani e israeliti. Il geografo arabo Idrisi così descrive Castiglione ”Quastellum  è alto di sito,fortissimo, prospero,popoloso,ed ha de’ mercati (ne’ quali molto)si compera e (molto) si vende”. In quel periodo gran parte dei territori appartenenti  oggi ai comuni di Roccella, Moio, Malvagna e Francavilla facevano parte di Castiglione, successivamente furono  ceduti  per la formazione di questi stessi Comuni. L’abate dell’ordine di S.Benedetto storico e topografo Vito Amico ne

PIRAMIDE DELL’ ETNA NELLA VALLE DELL' AKESINE

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La piramide di Castiglione ha la caratteristica di avere un’ipotetica entrata , una base triangolare di circa 20 m per lato e un’altezza di circa 10 m , quindi con tre facciate (i tre promontori della Sicilia?)e sette gradoni (i sette pianeti conosciuti all'epoca?). La zona è compresa nel cosiddetto membro inferiore della formazione pietracannone, con lave e prodotti piroclastici risalente dai 15000 ai 3960 anni fa, quindi antichissima e preistorica. Oltre le numerose piramidi presenti sull'Etna, Filoteo degli Omodei ne menziona nella sua Descrizione della Sicilia , anche nel territorio siracusano:  “ Noto...  Fu questa città fondata da Siculi discacciati da Ortigia dal tiranno Archia,li quali,passando ne’ luoghi  Mediterranei ,edificarono Noto e Trinacria (quest'ultima collocata tra l'Etna e i Nebrodi) , della quale non si trovano vestigia; tuttochè alcuni dicano essere stata questa città anticamente posta in altro luogo più alto, ed   Indi da Ducezio,princ

Lingua Glossa

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LINGUA  GLOSSA LINGUAGLOSSA: ANTICA IXIA O ICSIA         Accendo un cerino per far luce nella storia buia di Linguaglossa.Suppongo che una minoranza proveniente da Rodi possa essersi stanziata e aver formato un nucleo abitativo  (Ixia o Icsia) nell’odierna Linguaglossa. Diodoro (5-9-1-13): "Alcuni abitanti di Cnido e Rodi malcontenti del pesante giogo imposto dai re d’Asia, decisero di inviare una colonia. Scelsero come loro capo Pentatlo di Cnido, che faceva risalire la sua origine a Ippote, discendente di Ercole, al tempo della cinquantesima olimpiade nella quale vinse la corsa dello stadio lo spartano Epitelide. Pentatlo e i suoi uomini navigarono fino alle vicinanze del capo Lilibeo in Sicilia e trovarono che gli abitanti di Segesta e Selinunte erano in guerra fra loro. Persuasi dai selinuntini ad allearsi con loro, persero nella battaglia molti uomini fra i quali Pentatlo". (Già altri coloni di Cnido e Rodi erano giunti in Sicilia e colonizz

Il più antico palmento in Sicilia?

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“Questi, lasciando ai Numi ogni pensiero, Nè ramo, o seme por, nè soglion gleba Col vomere spezzar: ma il tutto viene Non seminato, non piantato, o arato, L’orzo, il frumento, e la gioconda vite, Che si carca di grosse uve, e cui Giove Con pioggia tempestiva educa, e cresce.”                                            Omero, Odissea. Alto Akesines (Alcantara), tra Mojo e Roccella, fino al XIV secolo territorio di Castiglione. In un'unica roccia arenaria troviamo due palmenti litici e due tombe a grotticella, dalla patina non si riesce a distinguere se c'è una differenza d'epoca tra i due manufatti, presumo dall’età del Bronzo al primo periodo siculo. Intorno al 1860 alle falde dell’Etna sono state ritrovate alcune ampelidi di ere geologiche dell’età terziaria: segno che la vite cresceva spontanea. I Fenici hanno contribuito solo alla commercializzazione. I libri di storia in genere fanno risalire la nascita della viticoltura e della produzione di v