Siculi: il culto di Adrano e il Cirneco

ADRANO E IL CIRNECO DELL' ETNA, CANE DEGLI DEI

Il cane, uno dei primi animali ad essere addomesticato, lo troviamo accanto all'uomo in Sicilia dall'età del mesolitico quando i nostri pre-genitori incominciarono a vivere di caccia. I nostri cacciatori li troviamo dipinti, da qualche artista, nelle grotte del Genovese di Levanzo un preistorico santuario dove è visibile un legame tra l'uomo e il cane.
Il cirneco è un cane eccezionale per la caccia alla lepre oltre ad antilopi, daini ,ecc... un cane con le caratteristiche del cirneco dell'Etna non può che essere  espressione del territorio.
Ritengo il Cirneco dell'Etna  una razza endemica della Sicilia, la tesi è sostenuta anche da una scuola di pensiero che ritiene l’origine di questa razza sia autoctona della Sicilia  portando a prova documentazioni e reperti che testimoniano la presenza del Cirneco dell’Etna , in una statuetta a forma di testa di cane rinvenuta a Stentinello, villaggio di età neolitica .
L'origine del nome è oggetto di discussione, secondo alcuni autori deriverebbe dal verbo latino cernere (setacciare); la teoria più attendibile circa l'origine del nome è che deriverebbe dal nome della città di Cirene della regione Cirenaica libica, da cui sarebbe derivato il nome "Cirneco".
L'ipotesi dell'origine nordafricana del Cirneco è supportata senza dubbio dalla somiglianza con gli antichi cani egizi con il dio Anubi, anche se non ci sono informazioni certe e attendibili sul modo in cui il Cirneco giunse o partì dalla  Sicilia.
È opinione mia che i  Shekelesh (siculi) e i POPOLI DEL MARE abbiano diffuso la razza in tutto il bacino del Mediterraneo.
Ninfodoro racconta: " In  Sicilia, c'è una città di nome Adrano, e in essa si trova un tempio, dedicato alla divinità indigena Adrano, che si dice essere assolutamente splendido e fastoso. Ci sono cani sacri che rispettano e servono il dio, essi sono superiori ai cani molossi sia per la bellezza che per l'altezza, di numero non inferiore a mille. Essi durante il giorno accolgono festosamente e scodinzolando sia i pellegrini che gli indigeni che accedono al tempio e al bosco sacro; di notte invece essi accompagnano con grande benevolenza come guide e di scorte, quelli già ubriachi e coloro che non si reggono in piedi lungo il cammino, riconducendoli ciascuno alla propria casa. Invece puniscono, come è giusto, gli ubriachi empi: li assalgono, strappano loro le vesti, in tal modo li fanno rinsavire; mentre sbranano crudelmente coloro che provano a rubare gli abiti altrui".
Le testimonianze certe della presenza del Cirneco in Sicilia derivano soprattutto dalle immagini riportate sulle monete greche risalenti al VI – III secolo a. C.
Le monete ritrovate sono contemporanee alla descrizione scritta dei cani sacri ,sono state rinvenute soprattutto nell'area compresa fra Catania e il sito dove sorgevano presumibilmente Aitna e Adrano, città dei templi custoditi dai medesimi cani," riferisce Corrado Gesnero,medico tigorino,nella sua Historia degli animali, nel primo libro,ragionando dei cani di guardia per autorità di Giraldo e di Celio Rodigno,che anticamente in Mongibello era un tempio cinto d'alberi e perpetuo fuoco inestinguibile, sacrato a Vulcano, con gran meraviglia guardato da cani, i quali meravigliosamente facevano molti vezzi e gran carezze a coloro che castamente e religiosamente vi andavano,così nel tempio,come nella selva detta luco;e per il contrario,a scelerati e ribaldi dando co' loro latrati mirabile spavento,gli offendevano con morsiconi e ne li scacciavano via.Il che li superstiziosi Gentili stimavano cosa divina,essendo veramente opera del demonio come afferma Celio Rodigno nel capo XXIX del XXIII libro.
Dice Pausania nel terzo libro,che quado volevano pigliare qualche augurio de fatti avvenire,gettavano nella profonda bocca del fuoco de vasi d'argento ed oro ed altre loro vittime,li quali se per avventura andavano giù pienamente, portati via dal fuoco,era segno di buono augurio ;altrimenti,se l'augurio era tristo e cattivovenivano rimandati fuori dall'istessa fiamma con impeto e furore grandissimo"(DESCRIZIONE DELLA SICILIA,Giulio Filoteo degli Omodei). Alcuni studiosi ritengono che  vicino al santuario di Adrano esistessero fonderie per la lavorazione dei metalli in particolare per la produzione di armi.
Esistono  legami antichi con i popoli del mediterraneo,An o Anu era il padre degli dèi Sumeri, non diversamente   in Sicilia, Anu era il padre degli dèi Sicani. Il dio Anu, in Sicilia, Adr-Anu o come Ur-Anu,
Atranu (in Siciliano),dio della caccia e del fuoco in tempi di pace e di  guerra in tempi di crisi,era come uomo il padre della stirpe, morendo e avendo superato con successo le prove che gli avrebbero permesso di oltrepassare la soglia dell’al di là, acquisiva il potere di guidare i propri discendenti lungo la “Via” dell’oltre tomba verso il “regno della luce” come si evince anche da una tegola funeraria di Adrano con la scritta  “concedi ai resti di risorgere” (traduzione E.Caltagirone). Custodi di tale via erano proprio i cani di cui l’avo sicano Anu si circondava, ai quali spettava condurre le anime degli uomini defunti per la giusta via.Durante le politiche espansioniste di Siracusa con Dionisio il Vecchio il culto d'Adrano venne diffuso fino alle foci del Po. Vennero rifondate , Ancona, Issa (da Inessa città Sicula)l'odierna Lissa, città Croata, e Hatria o Adria dando il nome al Mare Adriatico. Nella mitologia greca il cane Cerbero è  fedele al dio Hades e custode del suo regno. In  Egitto il dio Anu-bi, anche se sciacallo, accompagnava  personalmente il defunto al cospetto di Osiride, dove avveniva la pesatura del cuore del defunto. Anche nell’astronomia dei popoli antichi si rilevano tracce della presenza del cane quale elemento collegato al transito delle anime. Si pensi alla costellazione di Orione, il dio cacciatore Greco, con i suoi due cani al seguito: la costellazione del Canis Major e del Canis Minor.
Nel periodo cristiano San Cristoforo viene raffigurato in moltissime icone e affreschi bizantini con le sembianze cinocefale. Il santo presenta dei caratteri comuni a quelli che erano i ruoli delle divinità che avevano il compito di trasportare l’anima nell’aldilà, il santo sostituisce il cane nell’indicare la via.del percorso dell’anima.

Se volessimo interpretare la storia di questo cane fino in fondo ci accorgeremmo che è la più antica del mediterraneo.  

San Cristoforo Cinocefalo,icona bizantina nel Museo Bizantino e Cristiano di Atene



Particolare dei graffiti della grotta del Genovese di Levanzo (Trapani)





Statuetta a forma di testa di cane rinvenuta a Stentinello risalente a 6000-5000 a.C.





                                                     Moneta di Segesta, il cane è rappresentato
nel suo viaggio verso il regno del sole



                                         

moneta di Adrano


foto del cirneco dell'Etna


                              

                     Anubi. Scultura dipinta. Primo periodo intermedio. Museo Cairo. Anubi nella tipica                                              posa che precede il rito di imbalsamazione.




                                                     Eracle e Cerbero. Mosaico romano





moneta raffigurante Artemide con il cirneco



                                           

immagini prese da internet
©copyright Giuseppe Tizzone 

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