Sicilia, l’isola del Sole
Scale che portano verso il cielo, presenti in diversi luoghi di culto della Valle dell'Alcantara |
Nei millenni passati le vicende che hanno riguardato la valle dell’Akesines l’odierno Alcantara, rimangono ancora in parte oscure e meritano di essere ricostruite passo dopo passo iniziando dalla preistoria. Alcune mie esplorazioni hanno permesso di fare chiarezza su diversi siti in parte da me scoperti, che ancora oggi non sono stati studiati in modo approfondito in ordine cronologico questo è l’ultimo. Il sito si trova a Motta Camastra, "popolo che abita una rupe scoscesa, amanti delle stelle".
Giorno 21 dicembre 2021, al solstizio d'inverno il sole alle ore 12:00 entra nel foro dell'indicatore calendariale e proietta sull'ombra triangolare un cerchio di luce, come un segnalatore solstiziale per scandire l’alternarsi delle stagioni. Il triangolo con un cerchio all’interno sono presenti in Sicilia in diverse tombe a grotticella artificiale del periodo che va dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro. Anticamente Il sole rappresentava la componente maschile che con il suo sorgere e il suo tramonto fecondava la Madre Terra.
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Venere gravida |
"Il tutto si colloca all'interno del culto della Madre Terra, del Femminile e della fecondità, alla rinnovata capacità della donna di poter dar seguito di nuovo alla vita
Nello stesso sito su una roccia, scalini che portano verso il cielo, (come a Pietra Perciata di Castiglione e Rocca Pizzicata di Roccella e altri) indicano la presenza della mano dell'uomo. Nella roccia arenaria cerchi misteriosi che richiamano a costellazioni, meritano studi più approfonditi per comprendere se si tratta di fenomeni naturali dovute a muffe o ossidi di ferro o opera dell’uomo.
Immagini nella roccia adiacente la scalinata
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Nella valle dell’Akesines sono presenti diversi siti preistorici che richiamano a culti solari.
Così scriveva Omero nell’Odissea, libro XII:
“Allora incontro ti verran le belle
spiagge della Trinacria isola, dove
pasce il gregge del Sol, pasce l’armento.
sette branchi di buoi, d’agnelle tanti,
e di teste cinquanta i branchi tutti.
Non cresce, o scema, per natale, o morte,
branco; e le Dive sono i lor pastori,
Faetusa, e Lampezie il crin ricciute,
che partorì d’Iperïone al figlio,
ninfe leggiadre, la immortal Neera.
Come l’augusta madre ambo le Ninfe
dopo il felice parto ebbe nodrite,
a soggiornar lungi da sè mandolle
nella Trinacria; e le paterne vacche
dalla fronte lunata, ed i paterni
monton lucenti a custodir lor diede.
Pascoleranno intatti, e a voi soltanto calerà del ritorno? Il suol nativo,
non però senza guai, fiavi concesso.”
Questo passo dell’Odissea riguarda l’approdo di Odisseo in Trinacria dove il Sole custodiva il suo gregge in un luogo ben preciso. Il più antico nome conservato fino ad ora in questa parte della Sicilia che può indicare il luogo dell’approdo è quello di Tauromenion.
Indicatore calendariale |
Elio possedeva sull'isola di Trinacria sette mandrie di buoi, rappresentanti i sette giorni di una settimana, e sette greggi di pecore, rappresentanti le sette notti di una settimana. Ogni mandria e ogni gregge era composto da cinquanta capi, ovvero il numero, secondo il computo antico, delle settimane dell'anno solare. E’comprensibile che le figlie di Elio si comportassero come delle sacerdotesse che contavano e calcolavano lo scorrere del tempo e i luoghi fossero quelli di Motta Cam astra dal sanscrito (amanti delle stelle).
Si ipotizza che questo passaggio dell’Odissea abbia ispirato anche Archimede con il problema dei buoi di Iperione che pascolavano un tempo nell’isola di Trinacria. Per dare un senso approfondito al ruolo del gregge Archimede propose ai matematici alessandrini, inviando al matematico Eratostene in una lettera, sotto forma di epigramma, il problema dei buoi, proponendo questo problema li mise in difficoltà.
“Calcola o straniero, il numero dei buoi del Sole, operando con cura, se possiedi una qualche sapienza;
calcola in qual numero pascolavano un tempo sulle pianure
dell’isola sicula di Trinacria, distribuiti in 4 gruppi
di vario colore: uno di aspetto bianco latteo,
il secondo splendente di color nero,
il terzo poi di un bruno dorato, il quarto screziato.
In ogni gregge i tori erano distribuiti in considerevole quantità,
nei seguenti rapporti: ritieni i bianchi
come uguali alla metà della terza
parte di tutti neri e ai bruni;
i neri poi uguali alla quarta parte
e alla quinta degli screziati e a tutti bruni,
i restanti screziati considerali poi
come eguali alla sesta parte e alla settima parte
dei tori bianchi e di nuovo a tutti i bruni.
Le giovenche erano invece distribuite nei seguenti rapporti:
le bianche erano eguali precisamente alla terza
e alla quarta parte di tutto il gregge nero;
le nere alla quarta parte insieme alla quinta;
le nere alla quarta parte assieme
alla quinta parte delle screziate
prese insieme ai tori; le screziate
erano precisamente uguali alla quinta parte e alla sesta
di tutti gli animali del gregge bruno;
le brune poi uguali alla metà della terza parte
e alla settima parte del gregge bianco.
Quando avrai, o straniero, determinato esattamente i buoi del Sole
avrai distinto quanti erano i tori in tutto
ed avrai anche trovato quanti erano di ciascun colore,
non ti si chiamerà ignorante o inabile nei numeri,
però non ti si potrà annoverare tra i sapienti. Ma ora
bada bene a questi altri rapporti fra i buoi del Sole.
Quando i tori bianchi si mescolavano ai neri
formavano un gruppo equilatero
in altezza e larghezza: le vaste pianure
della Trinacria erano allora tutte piene di buoi.
Invece i tori bruni e gli screziati
tra loro riuniti costituivano una bella figura
triangolare. Quando avrai trovato tutto questo
e l’avrai esposto sotto forma intellegibile
e avrai trovata anche la quantità totale dei buoi,
allora, o straniero, per quanto hai fatto va superbo
come vincitore e sii sicuro d’essere considerato sapiente.”
Formazioni visibili nella parete |
Scalini tra l'indicatore e la dea gravida |
Roccia arenaria con intagli |
https://valledellakesines.blogspot.com/2020/12/motta-camastra-i-contemplatori-del.html
http://www.chilometrando.org/tela_penelope.htm
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