300 anni dalla battaglia di Francavilla: 1719-2019

Una delle battaglie più cruenti combattute sul suolo siciliano


La battaglia di Francavilla fu combattuta il 20 giugno 1719 nel territorio tra Francavilla di Sicilia e Motta Camastra, tra il Regno di Spagna e l'Impero austriaco durante la guerra della Quadruplice Alleanza. Con la morte di Carlo II in Sicilia si estinse la dinastia austriaca che cambiò più volte signori.
Nel 1719 fu riconosciuto Re di Sicilia l’imperatore Carlo VI che spedì in Sicilia un esercito di 18.000 uomini con i quali conquistò tutta la Sicilia dopo una sanguinosa battaglia contro l’esercito spagnolo tra Francavilla e Motta Camastra.     
Il 28 Maggio del 1719 sbarcò a Patti un esercito austriaco per liberare Milazzo dagli Spagnoli e il resto della Sicilia. Il Conte di Mecy prima di partire da Napoli aveva trasmesso al vicerè, Conte Annibale Marfei una lettera originale del Conte Amedeo che conteneva l’ordine di sostituire le truppe austriache alle savoiarde. La consegna di Milazzo fu subito eseguita, più tardi quella di Siracusa, ritardò quella di Trapani.
Dopo un breve governo di un re italiano, si radicò nel popolo siciliano un sentimento di avversione per qualunque dominio straniero.         
L’esercito austriaco sbarcato alla marina di Patti era formato da 18566 uomini. Il comando di tutte le forze austriache che c’erano in Sicilia fu affidato al generale di cavalleria Claudio Florismondo Conte di Mercy, uno dei migliori allievi del Principe Eugenio di Savoja. L’ammiraglio Byng scrive che il Conte di Mercy era una persona instancabile di portamento guerresco, fiero e coraggioso, molto risoluto, voleva sempre condurre personalmente le sue truppe al combattimento e disprezzando ogni nemico era impaziente di raggiungerlo.
Nella notte del 27 maggio e perciò prima ancora che la spedizione austriaca sbarcasse a Patti, il de Lede si ritirò precipitosamente dal suo campo di Spatafora S.Pietro, sotto Milazzo, abbandonando ammalati feriti e grandi quantità di provviste. Il vicerè da Spatafora S.Pietro, giunto a Barcellona, si fermò fino a sera, preferì abbandonare ciò che gli avrebbe reso la marcia e proseguì fino a Castroreale, e poi si diresse a torrente Ruzzolino che valicò vicino Solì. Il letto del torrente Ruzzolino servì a guadagnare la sommità della catena al Tre Fontane, da qui con soli 10 Km di marcia si discende nella piana di Francavilla. Qui il Marchese de Lede, superate le non poche difficoltà stabilì di fermarsi e di fortificarsi, aspettando il nemico distraendolo dal suo obiettivo strategico, ovvero Messina, e guardando a un tempo le vie per l’interno e quella del litorale verso Messina, avendo libera anche la via dell’Alcantara.   
Il vicerè col trasportare il campo in Francavilla volle stancare il nemico, obbligandolo a misurarsi con lui in quel sito che aveva scelto con grande accortezza e che fortificò.         
Il conte di Mercy dovette accettare la sfida strategica del Lede, dovette battersi nella giornata del 20 giugno.
La vittoria fu senza dubbio degli spagnoli in quella giornata sanguinosissima che costò ad entrambi le parti la perdita di cinquemila uomini, che secondo la tradizione locale fece scorrere rosse di sangue le acque dello Zavianni e del S.Paolo  e per essi dell’Alcantara.             
L’esercito Spagnolo risultava di forze inferiori rispetto a quello tedesco; questa inferiorità e le qualità militari del Marchese De Lede, poco adatto all’offensiva ma diligentissimo e tenace nella difensiva, spiegano abbastanza sulla sua condotta strategica di fronte al nemico, condotta che rese vittoriose le risoluzioni del Conte di Mercy, malgrado la perdita della battaglia di Francavilla, che restò per gli Spagnoli una vittoria inutile.
Lo stesso giorno dello sbarco, il Mercy trasportò il suo campo dalle rive del fiume Timeto a Oliveri.
Qui il consiglio di guerra deliberò di correre alla caccia del nemico, pertanto all’alba del 29, il Mercy si mosse verso Barcellona e sul tardi il suo esercito giunse sul piano sotto Milazzo; ma come si seppe che il nemico era almeno ad una giornata di vantaggio, essendo partito il Mercy senza i mezzi occorrenti per un inseguimento ad oltranza, pensò di abbandonare a se stesso il de Lede e di ritornare indietro. L’esercito austriaco si accampò a Merì e dimorò dal 29 maggio al 17 Giugno.    
Il 17 Giugno alle due del mattino fu levato il campo di Merì e le sue trincee furono distrutte con il fuoco. Il secondo giorno della marcia verso Francavilla fu il più difficile dei tre impiegati per giungere di fronte al nemico. Si marciò prima verso Milici, da Milici fino a Tre Fontane e guadagnata l’alta valle di Fondachelli l’armata giunse fino al passo chiamato Pigliera. Questo passo era sorvegliato dai locali che si opposero all’avanguardia austriaca. Il Mercy, eseguita una ricognizione, seppe che la gola di Fondachelli era stata sbarrata con del legname e la via rovinata con grandi fosse mentre il passo era sorvegliato da granatieri Spagnoli. Data la situazione il generale austriaco evitando la gola, si accampò a Tre Fontane.
Per quanto riguarda come si mosse l’esercito austriaco da Tre Fontane a Francavilla, la fonte è una lettera del feld-maresciallo Seckendorf, diretta al principe Eugenio, scritta da Francavilla e conservata nell’archivio di guerra di Vienna, con la quale si ha un’idea chiara delle disposizioni che si eseguirono giorno 19 e 20 giugno.
Il Marchese de Lede aveva fatto accampare l’esercito spagnolo ai piedi del colle dove sono presenti i ruderi dell’antico Castello; ma per posizione di resistenza e di difesa scelse principalmente la collina dove c’è il convento dei Cappuccini, circondandola di fossati larghi e di trincee munite d’artiglierie, il luogo fu rafforzato con ogni studio perché doveva costituire per il nemico un ostacolo insuperabile.
Intanto gli Austriaci accampati a Tre Fontane divisero l’esercito in tre corpi, lo stesso giorno 19 il corpo comandato dal feld-maresciallo Barone di Seckendorf e dal Principe Assia-Cassel ebbe ordine di discendere da Tre Fontane verso la fiumara Zavianni e nella notte raggiunse la sponda sinistra di quel torrente e si fermò di fronte ai nemici che si erano appostati sulla sponda opposta. All’alba del giorno 20 incominciarono gli attacchi da parte della colonna Seckendorf, mentre i due corpi rimasti a Tre Fontane cominciarono a scendere verso la pianura che è di fronte a Francavilla dove presero posizione in attesa del risultato dell’attacco della loro destra.   
Il corpo di Seckendorf attaccò gli spagnoli sulle alture di S.Giovanni di Francavilla, l’attacco fu difficile e sanguinoso, l’esercito spagnolo fu costretto a ritirarsi più in basso presso il torrente S.Paolo.
In questo primo attacco che durò  l’intera giornata non vi prese parte la cavalleria, la seconda colonna attaccò la parte del convento dei Cappuccini ma fu fermata dalla seconda linea di difesa Spagnola, si sa che il Mercy fu ferito al rene con una pallottola  e si fece sostituire nel comando della battaglia dal Zum Jungen. La terza colonna attaccò dalla parte sinistra cacciando gli spagnoli dalla collina di S.Giovanni ma gli austriaci si trovarono sotto un pesante fuoco spagnolo e subirono molte perdite, tra cui il generale Holstein che aveva guidato l’attacco. è difficile stabilire le perdite di questa giornata di entrambi gli eserciti, si parla che caddero almeno 3000 uomini tra morti e feriti nell’esercito austriaco, le perdite degli Spagnoli furono di circa 2000 uomini.
Il Marchese De Lede, subito cessato il combattimento, scrisse una lettera al comando militare di Palermo, il Marchese di Montemar, avvisandolo della vittoria e incaricandolo di portare la notizia al Pretore e al Senato della città. 

FINE PRIMA PARTE… CONTINUA


Enrico conte di Seckendorf


Alla sinistra il barone J.R. Zum Iungen, alla destra Claudio Florindo conte de Mercy

Luogo della battaglia

palle di cannone



Guardiola spagnola

Campo di battaglia e fiume S.Paolo




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