Qanat di Castiglione di Sicilia

Qanat parte interna

Castiglione di Sicilia è ubicata su una collina situata sul versante nord dell'Etna, nel bel mezzo della Valle che il fiume Alcantara solca tra Randazzo e Taormina; è uno dei comuni del Parco dell'Etna e del Parco fluviale dell'Alcantara. Prima dell'arrivo dei greci, giunti in Sicilia nel 734 a.C. per fondare Naxos, l'intera isola era abitata dal popolo dei Sicani e dei Siculi, dove sono evidenti le loro tracce. Nel corso della Storia, andando avanti nei secoli, dopo varie dominazioni, questo territorio fu soggetto alla dominazione musulmana che lasciò alcune tracce architettoniche.

Da LA SICILIA, Domenica 8 Novembre 2020, XV:

«Castiglione. Di architettura araba in Sicilia rimangono oggi poche testimonianze. Nella valle dell’Alcantara questa presenza è testimoniata dalle numerose “saie” e mulini che formavano il sistema idrico del tempo. A Castiglione, nelle contrade dell’Alcantara molti nomi della toponomastica si rifanno a termini arabi come “Balsamà “che viene da Busa-mar, nome di un condottiero musulmano, o “Gaeto” da Gaitus Maimuni condottiero musulmano che da Milazzo si diresse a Siracusa e fu respinto in questo luogo, la contrada del saracino e altre ancora. Il Qanat di Castiglione individuato dall’appassionato di storia locale Giuseppe Tizzone, in contrada Orgale è una testimonianza tangibile della presenza musulmana – “Nel nostro caso il Qanat è stato realizzato per irrigare il versante esposto a nord di Castiglione, a prevalente litologia argillosa, dove anticamente si coltivava il grano”, ci spiega Tizzone che ha coinvolto nelle sue ricerche il geologo Francesco Vecchio. “L’aspetto impressionante – continua – è la realizzazione del tetto a falde costituito da basole laviche 100x20x20cm, distanti tra di loro di circa 5 – 10 cm in modo da far drenare le acque dei terreni soprastanti impregnati dalle acque meteoriche. I muri laterali sono realizzati da blocchi arenacei e feritoie, laddove si incontrava una sorgiva, ricavati dagli affioramenti arenacei esistenti sul posto.” Quando Giuseppe Tizzone mi comunicò la scoperta di un Qanat su una collina argillosa ed incolta di fronte all’abitato di Castiglione mi sembrò una assurdità parla il geologo Francesco Vecchio - il dubbio era determinato dalla vicina presenza del fiume Alcantara che rende questa zona altamente ricca di acqua grazie allo scioglimento delle nevi dell’Etna che , attraversando il massiccio etneo, arrivano ad alimentare il fiume .Il Qanat non è altro che una galleria drenante che intercetta le acque sorgive e, convogliandole ,le porta in ogni dove. Le basole laviche del tetto sono state prelevate e lavorate sicuramente in qualche area del fiume Alcantara, unica presenza lavica, e trasportati da quota 400 a quota 500”. Entrando, nel primo tratto per circa 20 metri, il tetto è stato reso impermeabile con calcestruzzo, sicuramente per essere utilizzato come rifugio dato che porta una data 1928.»









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