Scoperte di antichi approvvigionamenti idrici nella valle dell’Alcantara nel territorio di Castiglione di Sicilia

Scoperte di antichi approvvigionamenti idrici nella valle dell’Alcantara
nel territorio di Castiglione di Sicilia      

 

ANTICHI APPROVVIGIONAMENTI IDRICI

Giuseppe Tizzone

L’acqua è una risorsa essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi.         
Nella storia dell’umanità, le maggiori civiltà si svilupparono lungo i corsi dei fiumi, sorgenti o pozzi, dove nacquero in seguito anche culti legati all’acqua, poichè considerata un elemento sacro.
Nella valle dell’Alcantara, così chiamata perché attraversata dall’omonimo fiume, l’antico Akesines, la presenza dell’uomo è testimoniata sin dal Neolitico dai numerosi reperti rinvenuti.
Nel territorio della valle dell’Alcantara, a Castiglione di Sicilia, in contrada S.Maria la Scala sono presenti due antichi pozzi ipogei con gradini, che per comparazione
sono costruzioni protostoriche e sono simili a quelle nuragiche della Sardegna dei popoli del Mare, della Penisola Iberica di Noega a Campa Torres,  e della Bulgaria, e nelle contrade vicine sono anche presenti delle tombe a grotticella.


Figura 1 - Santa Maria La Scala, pozzo con gradini



Figura 
2 - Santa Maria la Scala, pozzo con gradini, visto dall'interno




Figura 3 - Santa Maria la Scala, interno del pozzo


Figura 4 - Santa Maria la Scala, un altro pozzo con scalini di misura inferiore

Un altro pozzo ipogeo con scalini, simile per costruzione si trova in contrada Balsamà, il cui nome deriva da Busa-Mar nome di un condottiero saracenoe anche lì nelle vicinanze ci sono delle tombe a grotticella.

Figura 5 - Contrada Balsamà, pozzo



Figura 6 - Contrada Balsamà, pozzo visto dall'esterno


 Un altro antico pozzo è quello della contrada Colle Armenia, nel III sec.d.C.  nella valle dell’Akesines arrivò S.Nicone, insieme ad altri novantanove monaci che venivano dall’Armenia.
Figura 7 - Colle Armenia, pozzo per la raccolta d'acqua

L’acqua ha contribuito a migliorare la vita e i rapporti sociali dell’uomo del passato il quale associava i fiumi o corsi d’acqua a divinità sia maschili che femminili. 
In Sicilia, sono numerose  le immagini delle divinità fluviali nelle monete del periodo ellenistico.
In riferimento alla valle dell’Akesines, nella monetazione dell’antica Naxos, troviamo Assinos, che era la divinità fluviale del torrente oggi chiamato S.Venera, torrente che tuttora scorre nelle adiacenze del sito archeologico dell’antica Naxos; e una divinità fluviale che rappresentava l’Akesines nella moneta di Piakos anche se quest’ultima ancora in fase di accertamento.

Castiglione di Sicilia ha origini molto antiche, si racconta che le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Oggi vi sono poche tracce del periodo romano, il Sac. Lamonaca ci fa apprendere che esistevano altri resti nei tempi passati, un’ urna mortuaria convertita in fonte per l’acqua lustrale era presente nella Chiesa parrocchiale di S. Marco, la quale per la sua iscrizione e la sua speciale conformazione fu attribuita al dominio romano; gli acquedotti in mattoni e in piombo ritrovati in varie epoche in diversi punti del paese, qualche moneta, qualche vaso o oggetto in bronzo, sebbene rari come riferisce il citato Lamonaca provano la presenza di questo popolo in Castiglione di Sicilia.
Sempre a Castiglione, uno dei suoi quartieri più antichi è quello delle Camene dove vi è tuttora una fontana
detta anticamente “Fonte delle Camene”, oggi “Fontana Vecchia”. Le camene nella religione romana erano le divinità delle sorgenti, ninfe, a cui venivano attribuite delle facoltà profetiche e ispiratrici.

Figura 8 - Fonte delle Camene o Fontana Vecchia

 

Figura 9 - sul mascherone è visibile una V simile a quella dei putti rappresentati nei mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina, un segno acquatico di queste ninfe?

 

Sempre nell’abitato di Castiglione di Sicilia vicino la porta della Pagana, c’è una fonte d’acqua, trasformata in lavatoio.


Figura 10 - Lavatoio di Santa Caterina

 

Figura 11 - Lavatoio di Santa Caterina

A est dell’abitato c’è un’altra antica fonte chiamata Tirone, il cui appellativo era il nome della recluta dell’esercito romano, che veniva istruita, nell’età repubblicana, per il periodo di un anno, dopo di che diventava miles, milite. 
Un antico proverbio locale riferendosi all’acqua che sgorga da questa fontana recita: “Chi beve l’acqua del Tirone non va più via da Castiglione”.

Figura 12 - Fontana che era alimentata dall’acqua del Tirone, non più presente oggi

Nella parte sottostante di una torre di avvistamento detta Cannizzo, scorre il torrente S.Giacomo.

L'origine del toponimo Cannizzo è incerta, forse dalla sua forma cilindrica che raffigura un canniccio, recipiente costruito con canne spaccate e intrecciate usato per tenere il frumento, oppure dalla parola araba 'Ayn, ovvero canna o cannizzola nel suo diminutivo siciliano che indica una piccola sorgente e probabilmente doveva essere l’antico nome del torrente dato che gli arabi non erano soliti utilizzare il nome dei santi.


Figura 13 - Cannizzo, antica torre d'avvistamento

 

Nel territorio della valle dell’Alcantara e in particolare a Castiglione la dominazione araba è evidente soprattutto nella toponomastica di diverse contrade: Carranco da Kharag, ovvero tributo; Saracino, Zafarana, Balze di Mira che deriva da emiro, Gaitu, da Gaito Mohammad. Gaito per i musulmani significava condottiero o nobile. Mohammad figlio di Hafàgah, era un condottiero, come ci descrive Michele Amari:

 «…Taormina si tennero spacciati; diersi alla fuga; e si imbatterono nei compagni quando la città era chiusa e fallito il colpo: né altro partito Muhammad restò che di tornarsi a Palermo. Già la vittoria seguiva la disciplina, passava da campo musulmano al greco. Poco appresso il fatto di Taormina di rabì primo del medesimo anno (17 febbraio al 18 marzo 869), Hafàgah movea sopra Tiracia com’io leggerei in Ibn al – Atìr, e risponderebbe a quella che poco appresso fu chiamata Randazzo. Non si sa che ei la espugnasse…».    

Prima dell’anno mille l’unica città fortificata nella valle dell’Alcantara era Castiglione.
La valle dell’Alcantara è ricca di sorgenti, una particolarmente ricca di acqua è quella in contrada Iannazzo da Ain-nazz che significa piccolo fiume.       
Nel XVI secolo, Filoteo degli Omodei descrive così la zona: “Entrano nel fiume molte acque da certe gran sorgenti dette le Favare di Giannazzo; territorio di Castiglione; le quali con somma freddezza zampillano l’Estate principalmente, che dal Mongibello per sotterranee discendono”.
Il termine favara deriva da al-fawwara che vuol dire sorgente.


Figura 14 - Piramide soprastante le Favare di Iannazzo


In quasi tutte le religioni l’acqua è un elemento sacro, in particolare in quella cristiana esso è un elemento fondamentale principio di vita. Un’ antica fontana è quella chiamata Paradiso, nel territorio di Linguaglossa ai confini con Castiglione, uno degli affreschi rappresenta Gesù al pozzo con la samaritana. “Rispose Gesù: Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Giovanni 13,14).

Figura 15 - Linguaglossa, Contrada Bosco Monaco, Fonte Paradiso

Figura 16 - Fonte Paradiso


Una testimonianza di architettura araba nella vallata è la recente scoperta di un Qanat in contrada Orgale. I qanat sono dei canali che, seguendo delle particolari tecniche costruttive in base alle conformazioni del terreno e alla morfologia permettono un costante flusso d’acqua anche nei periodi  più aridi. Questa tecnica costruttiva è di origine persiana (Iran), sono  chiamati anche Kariz ,l’escavazione veniva eseguita da particolari professionisti chiamati muganni. Anche se ci si riferisce a tutti come qanat, in realtà esistono varie tipologie di qanat  di diversi periodi lungo un grosso arco temporale che parte dal periodo greco-romano ,della dominazione musulmana, fino alla fine di quella normanna.
Il canale di drenaggio di Castiglione di Sicilia ha la particolarità di avere nel suo interno delle concrezioni calcaree ed 
 è stato studiato dal dott. Francesco Vecchio (geologo libero professionista).


.


Pozzo all'interno con concrezioni calcaree

Canale di drenaggio di Castiglione di Sicilia

Concrezioni calcaree



Bibliografia

Biagio Pace, Arte e Civiltà della Sicilia antica, Società Editrice Dante Alighieri, 1935- XIII, p.582

 Carmelo Crassi, Notizie Storiche di Motta Camastra della Valle dell’Alcantara, vol.II, Alfio

Siracusa, Catania,1905, p.39

 Giulio (Antonio) Filoteo degli Omodei, Descrizione della Sicilia, in Giacomo Di Marzo, Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia, vol. VI, Arnaldo Forni Editore, Palermo, p.51

 https://www.treccani.it/enciclopedia/acqua/, 01/11/2020

 https://www.treccani.it/enciclopedia/camene/, 07/11/2020

 https://www.treccani.it/enciclopedia/milite/, 09/11/2020

 Michele Amari, Storia di Musulmani di Sicilia, Editrice Dafni, Vol. II, p.487-488

 Michele Amari, Storia di Musulmani di Sicilia, Editrice Dafni, Vol. III, p.269-298

 Salvatore Zappulla, in La Sicilia, domenica 8 novembre 2020, p.15

 Vincenzo Sardo Sardo, Castiglione città demaniale e città feudale, Nicotra, Palermo, 1909, p.14, 28,38,127 

 

 



©Copyright Giuseppe Tizzone

Commenti

Post popolari in questo blog

Motta Camastra: i contemplatori del cielo - II

Sicilia, l’isola del Sole

Tintoria e battitore ebraico a Castiglione di Sicilia